lunedì 25 maggio 2009

LABORATORIO ALLE SCUOLE ELEMENTARI ROMAGNOLI




Per il progetto
“ Le Diversità Culturali nelle Scuole”
offerto dal Centro Interculturale “Zonarelli”
L’associazione culturale “Annassim “ – donne delle due sponde del Mediterraneo - settore Infanzia - propone alla classe 4° B delle scuole “Romagnoli”, per l’anno 2009

il Laboratorio

“ Dire, fare, spettacolare……i bambini si raccontano”


laboratorio di scrittura creativa

Si è basato su tre momenti: quello della consegna ( proposta/stimolo), quello dell’elaborazione individuale di una risposta scritta in modo libero, con la sospensione del giudizio didattico per quanto possibile ed infine il momento della condivisione di quanto scritto, agli altri compagni e compagne. Si è cercato di non correggere didatticamente gli scritti che sono stati riportati quasi fedelmente nonostante gli errori di sintassi poiché l’indicazione ( E. Bing) è quella di sospensione del giudizio per rendere l’espressione dei bambini il più libera possibile.

Durante i passaggi da un momento all’altro, gli alunni sono stati sostenuti nell’aspetto emotivo, per elaborarlo e dare un senso al discorso finale facendolo proprio. Ognuno dei momenti descritti ha comportato concentrazione, ascolto degli altri e poi di sé , proposta di sé e dei propri pensieri agli altri.
Si è scelta la tecnica della scrittura creativa come spazio di libera espressione e gioco per sperimentare limiti e possibilità di pensiero.
Abbiamo iniziato con piccoli giochi di scrittura ispirandoci ai “draghi locopei” di E. Zamponi tanto per “infrangere gli automatismi del linguaggio verbale” con qualcosa di veramente intimo come il proprio nome e dunque un acrostico dove ogni lettera del proprio nome è l’inizio di una parola bellissima che ci contraddistingue. Poi è stato proposto di presentare il proprio compagno o compagna di classe descrivendolo negli aspetti positivi.
I bambini hanno qui esplorato il concetto di amicizia e le possibilità che essa presenta.
Ancora si è parlato di sé attraverso l’esercizio ormai molto diffuso nei laboratori di scrittura “ mi piace, non mi piace” ( E. Bing : “ho nuotato fino alla riga”) come testo ad elenco.

Con altre proposte/stimolo ( “ se fossi…” ; “ Se potessi…”) è stata poi verificata la possibilità di gestire il potere di una fantasia e di una identità che spesso è influenzata dalla televisione e dai falsi miti che essa ci propina ( la bellezza delle veline, la forza fisica degli eroi dei cartoni, la Ferrari, tanti soldi…) ma che nello stesso tempo denuncia l’urgenza – da parte dei bambini che saranno futuri adulti - di dover cambiare il mondo in meglio appena possibile perché ci sono troppe situazioni di insicurezza e un habitat sempre più invivibile.

Con l’idea del viaggio in un posto nuovo, ai bambini è stato indicato di immaginarsi , per comprendere meglio, quando non si conosce la lingua n’è le usanze locali, cosa accade. In tal modo è stato possibile esprimere le paure e discutere poi di come è meglio affrontarle e come e se è possibile superarle.

Si è inoltre parlato della tristezza della separazione ma anche del piacere della scoperta di cose nuove e l’amicizia come sostegno durante i propri percorsi di vita.
Poi è stato chiesto agli alunni di descrivere un paese ideale dove costruire la propria vita fantastica e poi come realizzare parte (o tutte) delle proprie fantasie nella vita concreta.
Anche i questo caso si avverte in alcuni momenti, leggendo i brani, come ci sia l’influenza della cultura fuorviante che passa attraverso i mass media
( “barche lussuose”; “ comprare ogni tipo di scarpe firmate”….) e per difendersi dalla quale occorre davvero informare i bambini dei meccanismi che la governano e svelare i trucchi.

Infine, per ricongiungersi al tema iniziale dell’ospitalità, è stato chiesto loro di raccontare con quali modalità d’accoglienza si rapporterebbero ad un nuovo amico o amica che sono poi le modalità che si desidera ricevere se ci si trovasse nella stessa situazione.

Complessivamente è stato dunque esplorato il tema dell’ospitalità, del viaggio,del distacco e della propria identità. Su quest’ultimo punto si è voluto rafforzare il concetto con la costruzione di un burattino fatto utilizzando un calzino appartenente al bambino stesso e trasformato in personaggio. Personaggio che nella performance finale dedicata ai genitori racconterà di sé attraverso gli scritti creati.

In ultimo vorrei ricordare che è stato tentato un approccio con i genitori stranieri, proponendo una semplice intervista dove si potesse ragionare fra genitori e figli dei concetti sin qui proposti e che speriamo possano essere argomenti di confronto durante la performance finale.




Mariarosa Di Marco





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